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Sotterranei, sepolcri, trabocchetti, lunghi e oscuri corridoi all'interno di grotte e sepolcri illuminati solo da lucerne, uomini misteriosi dall'ampio mantello e muniti di spada, "luminosi fantasmi", uniti a esalazioni pestilenziali, fredda umidità, profondo buio sono alcuni elementi di questo romanzo in cui non è difficile riconoscere l'enorme vitalità creativa del celebre autore del Conte di Montecristo e de I tre moschettieri. Solo che questa volta Alessandro Dumas ambienta il suo racconto in Sicilia tra Messina e Siracusa, e precisamente in una frazione di quest'ultima città, a Belvedere. L'epoca è anche questa ben definita: gli anni successivi al terremoto che tra il 5 febbraio e il 28 marzo 1783 colpisce l'area dello Stretto, devastando Messina e la Calabria, e che viene considerata la più grande catastrofe dell'Italia meridionale nel diciottesimo secolo...